Dieci domande a cui i vivisettori non rispondono

Tutti ricordano le 10 domande che la Repubblica ha posto a Berlusconi senza, per altro, ricevere alcuna risposta. Analogamente presento 10 domande che invio ai vivisettori, ritenendole comunque uno stimolo di riflessione per tutti su un tema che è sempre più sentito dall’opinione pubblica.
(Dott. Stefano Cagno)
Qui comincia la disinformazione alla base della propaganda delle organizzazioni animaliste, LAV in testa, che vorrebbero, addirittura, far passare i ricercatori impegnati nella ricerca biomedica come incapaci di reggere il confronto con le loro argomentazioni. Così non è.

Come si può vedere nelle pagine seguenti dalle risposte di autorevoli studiosi impegnati a vario titolo nel campo della ricerca scientifica, le cui pacate ma esaurienti argomentazioni sono anche una risposta ad un’altra scorrettezza, quella di indicarli come ‘vivisettori’, per cercare di squalificarli preventivamente, sapendo benissimo che ciò non corrisponde al vero.
Agli slogan, crediamo sia più giusto rispondere con spiegazioni e dati di fatto, nella speranza che si apra un confronto con chi in buona fede è convinto del contrario.

Dal dialogo e dal reciproco rispetto potrebbero uscire anche soluzioni ancor più avanzate a tutela del benessere degli animali e non solo nell’interesse della salute umana.

Le domande